il linguaggio dell'icona
Nell'
icona, la disposizione dell’oro sullo sfondo blu richiama
la forma della croce, dalla quale Gesù tende le braccia verso il giorno e
verso la notte, il sole e la luna che segnano i giorni: è la
ricapitolazione di tutto, il Cristo che vive nei secoli, l’alfa e
l’omega che contengono ogni cosa.
L’estensione della croce
gloriosa abbraccia e domina tutta la realtà nelle sue dimensioni e
profondità. L’universo intero, rappresentato nei suoi elementi
fondamentali (aria, acqua, terra, fuoco), è destinatario della buona
novella; non solo, ma anche gli inferi, gli abissi più tenebrosi e
tormentati dell’esperienza umana (vedi in basso i segni della violenza
dell’uomo sull’uomo, come il simbolo della morte) sono definitivamente
coinvolti nel processo di redenzione e salvezza.
La mano destra benedicente di Cristo fuoriesce dal limite geometrico del
cielo: il Cristo morto e risorto rivela in questo modo la pienezza di
colui che “i cieli non possono contenere”; la sinistra, in
corrispondenza del sole
l’altro sole che guida e
ristora,
testimonianza verace di Dio,
che di ogni giusto irradia la mente,
luce e splendore all’occhio del santo
*
stringe
il rotolo della legge: il comandamento nuovo dato ai discepoli.
Il piede destro di Gesù, il solo visibile, poggia su un terreno intriso
di rosso, irrorato dal sangue di tutte le violenze: in questo rosso si
immerge la croce d’oro e la terra sembra rigonfiarsi per una nuova
generazione di vita.
Intorno alla base della croce, cuore della nuova terra, si assiepa il
popolo di Dio, formato dalle genti, guidato dagli apostoli che si
apprestano a partire, animati dal fuoco dell’inesauribile pentecoste,
inviati come semplici “colombe”, accorti come i serpenti, certi che
nulla dall’esterno potrà loro far male.
(testi di
fr.
Espedito D'Agostini, Via Lucis, Servitium editrice 2000)
*(Sal
19 trad. di D.M. Turoldo)
|
|