il linguaggio dell'icona
Ora
Pietro è vestito di rosso “per indicare con quale morte” è chiamato
a “glorificare Dio”. Egli sta “di fronte” al Risorto, un “faccia
a faccia” che lo apre alla missione di continuità con l’opera di
Cristo. Pietro l’accoglie assumendone la conseguenza radicale: un amore
in grado di dare la vita, come il pastore buono dà la propria vita per le
sue pecore (nell’icona due agnelli accovacciati nel piccolo recinto
della cavità nella roccia. E la roccia è Cristo stesso). Proprio per
mantenere queste proporzioni rispetto all’unicità di Cristo, a Pietro
sarà necessaria una particolare vigilanza, come sta ad indicare il gallo
posto sulla sommità del monte. Gesù infatti, con un piede in terra e uno
sull’acqua, continua ad essere l’unico portatore di vita alla terra,
annuncio e garanzia di un’unità possibile fra gli opposti, superamento
di ogni dualismo e divisione, possibilità per l’uomo di attingere
all’infinito divino.
Ai piedi di Gesù, come da una sorgente inesauribile, fluisce l’onda che
irriga la terra e incessantemente la rigenera.
(testi di fr.
Espedito D'Agostini, Via Lucis, Servitium editrice 2000)
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